Al genere Saxifraga appartengono diverse piante erbacee tappezzanti che per la loro grande resistenza al freddo si prestano ad essere coltivate all’aperto per creare aiuole e bordure, trovando una felice collocazione anche nei giardini rocciosi (l’etimologia stessa del nome è riconducibile alla loro capacità di penetrare la roccia con le loro radici). Sono piante con un’altezza massima di 15 cm, quindi molto piccole, che a primavera producono degli steli carnosi sui quali compaiono numerosi fiorellini generalmente di colore rosa o bianco.
Le Saxigfraga possono essere rustiche o semirustiche, perenni o annuali. Ci sono però delle caratteristiche che le accomunano. Sono piante che generalmente amano gli ambienti luminosi e durante le stagioni fredde si possono posizionare anche in pieno sole, mentre d’estate è preferibile collocarle a mezzombra. Questo perché soffrono particolarmente i periodi di caldo torrido; il freddo, al contrario non rappresenta un problema per quasi tutte le specie (fa eccezione la S. sarmentosa).
Un altro fattore importante è l’umidità: d’estate le irrigazioni devono essere abbondanti per far sì che il terreno non asciughi mai completamente e sarà utile anche vaporizzare dell’acqua distillata sulla chioma. Durante la fioritura si può aggiungere all’annaffiatoio del fertilizzante liquido per rendere le piante più rigogliose. In inverno le irrigazioni vanno significativamente ridotte.
Non ci sono particolari indicazioni per quel che riguarda il terreno: è sufficiente che sia ricco e ben drenato. In primavera quando serve va fatto il rinvaso, scegliendo un contenitore non troppo grande e profondo, dal momento che la Saxifraga ha radici sottili e poco allungate e con troppa terra potrebbero marcire. La moltiplicazione delle piante si effettua in autunno prelevando i polloni e facendoli crescere in un miscuglio di torba e sabbia: i nuovi esemplari si potranno rinvasare nella primavera successiva.